giovedì 24 luglio 2008

Il Peperone

Il peperoneIl peperone, originario delle regioni tropicali e subtropicali dell'America Centrale, appartiene al genere Capsicum della famiglia delle Solanacee.
La fioritura avviene continuamente da maggio a settembre ed è perciò possibile trovare sulla pianta frutti acerbi e maturi. I peperoni sono molto variabili per dimensioni, forme, colore e spessore. Quelli verdi sono i peperoni raccolti prima della piena maturità; se fossero lasciati sulla pianta diventerebbero gialli o rossi secondo la varietà.Quelli rossi hanno una polpa croccante, spessa e zuccherina mentre i gialli sono succosi e teneri.
Ci sono peperoni dolci e peperoni piccanti (peperoncini), alcuni primaticci altri tardivi. Il sapore più o meno piccante dei peperoni è dovuto alla presenza più o meno importante di capsaicina, contenuta sia nella polpa che nei semi.Il peperone è ricchissimo di vitamina C e di vitamina A, soprattutto quelli maturi, di colore rosso o giallo.

Risotto alla Milanese



Risotto alla Milanese


Ingredienti:


600 gr di riso

100 gr di burro



una cipolla tritata


1 e ½ di brodo di carne


una bustina di zafferano




100 gr di parmigiano grattugiato

sale q. b.



Preparazione:
in una pentola mettere metà del burro, la cipolla . Lasciar soffriggere, unire il riso e farlo tostare. Aggiungere il brodo a mestoli. Continuare così fino a cottura del riso. Unire lo zafferano sciolto in una tazzina. Mantecare con il burro e il parmigiano. Servire caldo.
Vino

vino rosso corposo secco, Chianti, servito a temperatura di cantina.

Storia del Risotto alla Milanese

Il risotto alla milanese è il piatto tipico per eccellenza del cuore economico del nord Italia. Questo piatto molto semplice affascina soprattutto per il colore dorato conferitogli dallo zafferano, ingrediente principale della ricetta. Non tutti sanno, però, che un risotto alla milanese come tradizione vuole contiene il midollo di bue, ingrediente fondamentale per arricchirne il gusto.
I piatti ad effetto, mascherati, contraffatti, multicolori erano prerogativa della cucina araba ed europea medioevale, destinati a stupire i ricchi signori alle tavole dei potenti dell'epoca.Nel '300 il riso veniva coltivato estensivamente solo nel Napoletano. Da qui, grazie agli stretti rapporti che legavano gli Aragonesi ai Visconti e agli Sforza, la sua coltivazione si affermò nella pianura padana ed in particolare nel Vercellese. I primi ricettari trecenteschi iniziano a proporre piatti dove il riso svolge un ruolo fondamentale. Il progenitore del risotto alla milanese è descritto da Bartolomeo Scappi nella meta' del'500. La "Vivanda di riso alla Lombarda" era composta da riso bollito e condito a strati con cacio, uova, zucchero, cannella, cervellata (tipico salume milanese colorato di giallo dallo zafferano) e petti di cappone. Ma è necessario attendere la fine del 1700 perche' il riso alla milanese, cosi' come oggi e' conosciuto, prenda forma. L'anonimo autore della "Oniatologia" (scienza del cibo) titola una sua ricetta "Per far zuppa di riso alla Milanese", dove il riso, lessato in acqua salata, alla quale si aggiunge un buon pezzo di burro quando bolle, e' condito con cannella, parmigiano grattato e sei tuorli d'uova, per fargli acquisire un bel colore giallo.
La ricetta definitiva nasce all'inizio dell'800 nel libro "Cuoco Moderno", stampato a Milano nel
1809, di un misterioso L.O.G. La sua ricetta: "Riso Giallo in padella". Cuocere il riso, saltato precedentemente in un soffritto di burro, cervellato, midolla, cipolla, aggiungendo progressivamente brodo caldo nel quale sia stato stemperato dello zafferano. Ai primi del '900 compare anche il vino: l'Artusi fornisce due ricette del Risotto alla Milanese, la prima senza vino e senza midollo e grasso di bue, la seconda con vino bianco, che serve con la sua acidità a sgrassare il palato dall'untuosità del midollo e del grasso di bue. Ai giorni nostri Gualtiero Marchesi, maestro della cucina creativa, perfeziona la ricetta, consigliando di tostare il riso in poco burro, iniziare la cottura col brodo, poi aggiungere lo zafferano; frattanto fare sudare a parte la cipolla in pochissimo burro e vino bianco, aggiungere burro fresco ben freddo per ottenere una crema omogenea. Mantecare il Risotto, con questo burro, a fine cottura.

domenica 13 luglio 2008

Cacio e Pepe


Cacio e Pepe

Ingredienti :
400 grammi di Mezzi rigatoni






200 grammi di pecorino romano grattugiato

pepe nero macinato al momento





olio extravergine d'oliva poco sale

Preparazione
Portare ad ebollizione una pentola d'acqua poco salata e far cuocere i rigatoni al dente. Nel frattempo in una zuppiera mettere il pecorino grattugiato ed un bel po' di pepe macinato. Aggiungere un mestolino d'acqua di cottura e condirci subito i rigatoni scolati. Mescolare bene il tutto, aggiungere l'olio extravergine d'oliva e servire subito.

Storia della pasta e cacio




Storia della pasta cacio.

Gli spaghetti cacio e pepe, sono un tipico primo piatto della tradizione romanesca, ma anche in Sicilia se ne faceva e si continua a farne largo uso: il formaggio, comunque è sicuramente stato nella storia dell’alimentazione, il primo condimento abbinato alla pasta, diffuso prima ancora dell'introduzione del pomodoro.La ricetta degli spaghetti cacio e pepe è molto semplice ma, proprio per questo, la cura dei particolari deve essere maniacale per non rischiare di ottenere una semplice pasta condita con il formaggio.
Curiosità

In tutto il Settecento il condimento più usato resta il formaggio, tant’è che nel 1787 lo scrittore Goethe, nel suo "Viaggio in Italia", scrive che a Napoli "i maccheroni si cuociono per lo più semplicemente nell'acqua pura e vi si grattugia sopra del formaggio, che serve ad un tempo di grasso e di condimento".

lunedì 7 luglio 2008

Storia del Pesto


Storia del pesto
La storia del Pesto è antica quanto il bacino del mediterraneo... L'immagine della Liguria e' strettamente legata al basilico come al suo mare. Qui il microclima particolare ed un terreno ideale favoriscono la crescita di una varietà di basilico dal profumo e dal gusto inconfondibile e particolarmente equilibrato. Molti tentativi in Italia ed all'estero di far crescere il basilico sono miseramente naufragati perché il vero basilico è solo Ligure. Nulla puo sostituire quell'unico microclima di sole sale e mare che unito alla particolarità della terra consente la crescita del basilico migliore. Nel passato non c'era' famiglia che non avesse sul balcone almeno una piantina di basilico e altrettanto facevano i comandanti genovesi sulle loro navi. A tutt’oggi non è affatto raro imbattersi in piantine che fanno capolino dai balconi e dai terrazzi affacciati sul mare o sparsi sulle colline di Genova e riviera. La produzione della regione è in serra d'inverno ed in pieno campo nel periodo estivo. La zona considerata ideale per coltivare la qualità di basilico migliore in assoluto, e' nel Comune di Genova quella che va da Pra a Pegli e che si estende a ponente sino a Palmaro e, a levante, sino a Coronata. Nel Ponente Ligure sono riconosciute zone ideali Diano Marina, Andora ed Albenga mentre nel levante della regione la Val di Magra. Il nome Pesto deriva essenzialmente dall'antico metodo di preparazione di questa salsa, cioè attraverso la pestatura nel famoso mortaio rigorosamente di marmo con l'utilizzo del pestello, quest'ultimo di legno. Questo lento ma efficace metodo consente infatti alle foglie di sprigionare tutto il loro sapore. Il vecchio pestello di legno schiaccia le foglie sfibrandole, grazie al movimento rotatorio impresso dal polso di chi batte. Così "stracciato" il basilico cede tutto il suo sapore.

venerdì 4 luglio 2008

Pesto alla genevose

Pesto alla genovese
Ingredienti (per 4 persone) :

3 mazzetti di basilico



1 spicchio d’aglio (o più, a seconda dei gusti)







1 cucchiaio di pinoli





1 cucchiaio di pecorino


1 cucchiaio di parmigiano





5 cucchiai di olio extra-vergine di oliva





1 pizzico di sale





Preparazione
Se volete essere perfezionisti, dotatevi di mortaio di marmo e pestello in legno di bosso. Dopodiché, lavate e asciugate con cura le foglie di basilico (senza gambo e nervatura centrale) e iniziate a schiacciarle, insieme ad aglio, pinoli e sale, nel mortaio. Attenzione! A dispetto del nome, gli ingredienti non vanno ‘pestati’ ma schiacciati lungo le pareti del mortaio con un movimento rotatorio del vostro pestello. A poltiglia ottenuta, aggiungete il formaggio e ricominciate a schiacciare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Solo a questo punto aggiungete l’olio di oliva extra-vergine e lavorate ancora l’impasto fino ad avere una crema densa.

mercoledì 2 luglio 2008

Insalata di tonno










Insalata al tonno

Ingrediente principale: Tonno
Preparazione
Lessate le patate, sbucciatele e quando sono fredde tagliatele a cubetti.Lessate i fagiolini, scolateli e tagliateli a pezzetti.Tagliate a spicchi i pomodori.Mettete tutto in un'insalatiera, unite il tonno spezzettato, una manciata di olive e una di capperi, salate, pepate, condite con olio e aceto e mescolate.
Ingredienti e dosi per 6 persone
5 pomodori







2 patate





200 g di fagiolini






1 scatoletta di tonno (scatolette da 85 g)




1 manciata di capperi




1 manciata di olive








olio d'oliva





Aceto di vino



Sale e Pepe

martedì 1 luglio 2008

Straccetti con la Rughetta










Straccetti con la Rughetta
Per
Ingredienti :



400 gr straccetti di manzo



una busta di rughetta




aglio





peperoncino


olio extra vergine






sale e pepe

Preparazione
Versare nella padella l’aglio tagliato a piccoli pezzettini con il peperoncino, far soffriggere l’olio poi aggiungere la carne tagliata a striscioline, cucinare il tutto a fuoco molto lento, aggiungere il sale con la rughetta, mettete il coperchio poi girare il tutto e servire.